Architettura, Urbanistica e Design (1924-1973)

op. 111 – Casa in via Mercadante 7, angolo via Gomes, a Milano, 1934-35

opera 111

Casa in via Mercadante 7, angolo via Gomes, a Milano, 1934-35

op111 copertina

 

«Casa per abitazione»: così Bottoni definisce nella sua Antologia di edifici moderni del 1954 il fabbricato di via Mercadante. A leggere in filigrana questo progetto, si scopre però che non si tratta di una casa adibita unicamente a residenza. Dalla Descrizione delle opere (dattiloscritto in APB, Documenti) risulta infatti che, pur essendo quest’ultima la funzione prevalente, lo stabile è stato pensato per accogliere anche studi e magazzini. Il piano seminterrato, a cui si accede dal cortile sul retro appositamente abbassato e dove pure viene previsto il servizio di lavanderia per gli inquilini, è adibito, secondo la relazione di progetto, a magazzino; il piano rialzato è destinato a uffici e i piani superiori ad abitazioni. Una superficie continua, rivestita essa sola di lastre di pietra, marca nettamente anche in facciata le differenti funzioni che all’interno distinguono il seminterrato e il piano rialzato dal resto dell’edificio. Allo stesso modo la diversa soluzione adottata per i terrazzi e il bovindo dell’ultimo piano rispetto ai quattro sottostanti sembra voglia comunicare all’esterno la natura diseguale dei tagli d’alloggio: i 6-7 locali con doppi servizi dell’attico (una sorta di piccola villa appollaiata sui tetto) e i 4 locali degli appartamenti tipo ai piani intermedi. Ma la cifra distintiva di quest’opera, «Uno dei primi esempi di architettura razionale in Milano» (Bottoni, 1954, p. 37), non è identificabile con il funzionalismo come si potrebbe affrettatamente concludere. La ricerca di «estraniamento dell’opera dall’autore» predicata da Bontempelli, e sostenuta dai razionalisti contro il soggettivismo romantico e l’individualismo eclettico, non si traduce in Bottoni nella meccanica adesione della forma alla logica distributiva delle funzioni. Ad esempio i due corpi doppi, tra loro uniti da un atrio comune e internamente quasi in tutto identici, appaiono all’esterno profondamente diversi, con i volumi e le facciate giocate prevalentemente sulla asimmetria e non sull’identità. Del resto Bottoni scrive: «Si noti, pur nella rispondenza funzionale, la libera composizione dei vuoti e dei pieni, dei colori e delle materie del bovindo, e il sorgere dei primi elementi di un neoplasticismo nella architettura razionale» (ibidem). Lontana da ogni riferimento sia naturalistico che storicistico, la casa di via Mercadante sembra voglia parlare solo il linguaggio essenziale del ritmo. Nuda composizione neoplastica, essa ci appare come un sistema equilibrato di linee e superfici piane, tra loro ortogonali, dove tutto è governato dall’angolo retto, anche il più piccolo particolare: «Le loggette della fronte su strada avranno delle ringhiere in ferro con disegno a rete richiamante il disegno della cancellata sulla nuova via. Saranno formate da una quadrettatura di quadri da 8 mm». (Offerta di appalto 17 sett. 1934, p. 64, dattiloscritto in APB, Documenti). Qui si può anzi dire con Piet Mondrian che larghezza e altezza si oppongono senza scorci e che le profondità risultano, oltre che dal gioco dei volumi, anche e soprattutto dai rapporti e dalle differenze tra i piani di colore verticali e orizzontali. Ciò risulta particolarmente evidente nei disegni colorati di progetto (poi nella realizzazione in più punti non rispettati). A scandire il ritmo verticale delle facciate erano infatti previste bande di giallo chiaro, di grigio e nocciola, mentre, per segnare i piani orizzontali, alle solette dei balconi e alle loggette era assegnato un intenso color rosso: una chiara scelta di equivalenza estetica di tutti i punti di vista, in coerenza con i principi affermati dal cubismo prima ancora che dal neoplasticismo. Non si tratta tuttavia solo di un gioco d’astrazione formale, anche se Bottoni nella sua Antologia di edifici moderni insiste nell’affermare che «la composizione della fronte è libera e precorre gli schemi astratti». I pieni e i vuoti dei prospetti, le sporgenze e le rientranze non sono infatti solo quadrati e rettangoli di un reticolo pensato per soddisfare unicamente l’esprit de geometrie. Sono piuttosto spazi reali di un organismo progettato, come direbbe Giò Ponti, per «offrire agio e piacere all’abitazione, con verande, terrazze, con grandi vetrate (G. Ponti, La casa all’italiana, Milano 1933, p. 42). Verande, terrazze e vetrate sono infatti da Bottoni distribuite tenendo conto sempre del paesaggio che attraverso quei varchi può interferire con la qualità degli interni. Per questo ai piani bassi, dove gli alloggi si affacciano sui fronti di altre case, i parapetti dei balconi sono pieni e le verande del bovindo sono in parte schermate da un vetro. Dove invece, all’ultimo piano, lo sguardo può spaziare sui tetti e aprirsi alla vista del cielo, i balconi si allungano e le vetrate si fanno continue. L’attenzione di Bottoni alla qualità dell’abitare, all’agio e al piacere dei futuri inquilini, colloca il linguaggio di questa architettura lontano da ogni gratuito e individualistico calligrafismo. Etica ed estetica stanno qui in perfetto equilibrio e il sentimento personale dell’architetto non prevarica i diritti degli sconosciuti che avranno l’avventura di abitare gli spazi da lui progettati. Per questa attenzione ai modi d’uso, il borghese edificio di via Mercadante è privo del pathos aggressivo dei futuristi e neppure esibisce parentele con l’aulicità metafisica di altri stabili borghesi del Novecento. È piuttosto un certo suo senso calmo delle masse, che potremmo chiamare classico, a distinguerlo e a renderlo simile semmai all’edificio per impiegati progettato da Moisej Ginzburg a Mosca (e pubblicato nel 1929 da Vinicio Paladini, amico di Bottoni, su «Rassegna di Architettura»). Alla stessa maniera le ragioni dell’architettura non prevaricano le ragioni della città e sarebbe riduttivo fare riferimento solo al neoplasticismo per capire le tensioni che hanno animato al suo nascere il volto di questa casa. Non vi è dubbio che l’asimmetria dei volumi, la presenza del bovindo d’angolo, il trattamento a terrazzo del tetto, analizzati in sé, esprimano una volontà di rottura nei confronti delle simmetrie e delle gerarchie tipiche della cosiddetta architettura di facciata. Ma nel contesto di via Mercadante l’apparente eversività del linguaggio neoplastico si traduce nel suo opposto: in un fattore di ordine che consolida l’identità dell’isolato urbano di derivazione ottocentesca e consente alla nuova presenza di dialogare con l’ambiente urbanistico circostante. Il bovindo d’angolo è infatti pensato – annota Bottoni a commento di una rappresentazione assonometrica del progetto (in APB, Disegni) – per stare «in simmetria col bovindo della proprietà confinante»; a sua volta il libero gioco delle masse dell’ultimo piano è studiato anche per consentire una necessaria copertura dei frontespizi terminali della casa confinante, che per essere di notevole altezza sarebbero rimasti «troppo visibili dalla strada». La progettazione della casa di via Mercadante costituisce per Bottoni l’occasione per brevettare un nuovo «gocciolatoio laminare» che troverà pure applicazione nella pensilina e nei terrazzi dell’edificio polifunzionale Inail a Lecco, nei balconi e nelle gronde della casa in corso Genova a Milano e nel padiglione circolare per esposizione al QT8. Tale elemento consiste in una semplice lamina forata di zinco, lunga un metro e alta 33 cm: «L’applicazione – scrive Bottoni in una nota (dattiloscritto in APB, Documenti) – avviene in modo semplice posando un primo strato di malta grassa sul rustico e agganciandovi il gocciolatoio laminare che si adatta a qualsiasi andamento planimetrico dell’elemento murario. Le giunte avvengono per semplice sovrapposizione dei vari pezzi […] Subito dopo un primo indurimento della malta, che fissa il gocciolatoio passando attraverso i fori in esso praticati, si sovrappone esternamente e inferiormente […] l’intonaco di finitura […] o il rivestimento in genere. Dopo la posa, il gocciolatoio essendo in zinco, è praticamente di durata illimitata. Il tempo di posa è inferiore a quello per una perfetta formazione di un gocciolatoio in malta». Immagini dell’architettura di via Mercadante vengono esposte nella Galleria dell’architettura italiana allestita da Agnoldomenico Pica per la VI Triennale di Milano nel 1936.

Graziella Tonon

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 230-231.

A. Pica, Nuova architettura italiana, Hoepli, Milano 1939, pp. 50-52.

B. Moretti, Case d’abitazione in Italia, Hoepli, Milano 1947, pp. 98-99.

P. Bottoni, Antologia di edifici moderni in Milano, Domus, Milano 1954, pp. 37-39.

A. Pica (a cura di), Architettura moderna in Milano, Ariminum, Milano 1964, p. 49.

M. Grandi, A. Pracchi, Milano. Guida all’architettura moderna, Zanichelli, Milano 1980, pp. 169, 182.

G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Il filo delle immagini: Piero Bottoni e Milano, in Aa.Vv., Piero Bottoni, un nome per un liceo, a cura di M. A. Biggi Puddu, M. L. Gorla, M. F. Occhipinti, Milano 1988, pp.16-17.

G. Tonon, «Estetica d’assieme». La complessità del razionalismo nei documenti dell’Archivio Bottoni, in P. Carpeggiani e L.Patetta (a cura di), Il disegno di architettura, Atti del convegno, Milano, febbraio 1988, Guerini e associati, Milano 1989, pp.109-114.

G. T. [Tonon], Casa in via Mercadante a Milano, 1934-35, in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 230-231.

Bibliografia a cura di Graziella Tonon

Studio Ing. L. Repossi […], Milano. Capitolato speciale per l’appalto dei lavori murari e in cemento armato occorrenti per la costruzione del nuovo edificio del sig. Paolo Torniamenti da erigere in Milano sull’area, tra le vie Fatebenfratelli e Annunciata, dello stabile demolite di via Annunciata 24, Milano 23 settembre 1933. Dattiloscritto con correzioni e integrazioni manoscritte, timbrato sul primo e ultimo foglio, 14 cc./14 pp.

Studio Ing. L. Repossi, Milano. Elenco prezzi […], prestazioni ad economia […], trasporti […], noleggi […], Milano 26settembre 1933. Dattiloscritto con correzioni e annotazioni manoscritte, timbrato sul primo foglio, 6 cc./6 pp.

Offerta di appalto della società anonima immobiliare Santa Cecilia per la casa di via Mercadante, 17 settembre 1934.Dattiloscritto, con annotazioni manoscritte, timbrato, 76 cc./76 pp.

Idem. Dattiloscritto, con annotazioni manoscritte, timbrato, 76 cc./76 pp.

Richiesta di preventivo di massima del costo di costruzione di una casa di abitazione da costruirsi in Milano via Mercadante angolo nuova via privata di cui si allega la descrizione sommaria. Dattiloscritto con correzioni manoscritte, timbrato, 1 c./1 p.

Descrizione delle opere, allegato al documento descritto al punto precedente. Dattiloscritto con correzioni manoscritte, 29 cc./29 pp.

Nota di specifica delle opere e forniture a carico dell’impresa, allegato al documento descritto al punto precedente. Dattiloscritto con integrazioni e correzioni manoscritte, 1 c./1 p.

Casa di via Mercadante Milano. Ordinativo finestre in legno facciata […], ordinativo delle finestre in legno verso corte[…], ordinativo dei davanzali […], ordinativo contorni delle finestre della facciata […], tabella riassuntiva dei pezzi. Tre fogli dattiloscritti di cui uno con integrazioni manoscritte e due fogli manoscritti, 5 cc./5 pp.

Casa di via Mercadante 7 Milano, nota descrittiva. Dattiloscritto, 1 c./1 p.

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