op. 12 – Studio di un quartiere Ifacpm in viale Argonne (nell’area compresa tra viale Argonne, via Pietro da Cortona, piazza Guardi, via Canaletto e piazza Fusina) a Milano, 1928 ca.

opera 12

Studio di un quartiere Ifacpm in viale Argonne (nell’area compresa tra viale Argonne, via Pietro da Cortona, piazza Guardi, via Canaletto e piazza Fusina) a Milano, 1928 ca.

Scheda storico-critica

L’Istituto per le case popolari di Milano indice il 15 giugno 1928 un concorso per un gruppo di case da costruirsi in viale Argonne. L’area prescelta è la stessa su cui Bottoni ha disegnato la planimetria di un quartiere con edifici a pianta circolare di cui esistono diversi schizzi ma senza data. Si può presumere pertanto che si tratti di studi preparatori in vista di quel concorso, anche se poi risulta che Bottoni non vi ha partecipato. Le caratteristiche più specificatamente linguistiche di questi schizzi sembrano confermare che essi appartengono agli anni immediatamente successivi alla laurea.
L’angolo retto qui non è certo dominante come nel quartiere San Siro e in quello di viale Molise, progettati nel 1932.Piuttosto, come in altri progetti di questo periodo, è ancora la linea curva a dettare nel giovane architetto il ritmo della composizione.
L’elemento cilindrico, che in una soluzione convive dentro il volume a parallelepipedo, in un’altra variante risulta dilatato fino a comprendere tutto il corpo dell’edificio, trasformandolo in una grande torre a base circolare. Tredici volumi cilindrici sono infatti i protagonisti della composizione in pianta. Accorpati a due a due da un volume più basso, appaiono una rivisitazione ammodernata del Maschio Angioino disegnato da Bottoni negli anni universitari. Quanto al disegno delle aiuole, esso ricorda il giardino disegnato per il «Club da erigersi lungo un fiume» in una delle tante esercitazioni scolastiche in stile barocco, mentre è ancora lontano dai «razionali» rettangoli di verde del quartiere Molise e San Siro del 1932.
La scelta del cilindro come elemento portante del gioco dei volumi non è tuttavia univocamente determinata dal peso della recente esperienza universitaria.
La tipologia degli edifici, a pianta circolare con al centro un cavedio, è anche la risultante della aggregazione di un particolare alloggio a forma di settore circolare il cui modulo base sembra essere stato studiato per rispondere inizialmente alle esigenze di un complesso alberghiero. Un tema questo che ha sempre attirato l’attenzione di Bottoni e ha costituito con ogni probabilità anche uno stimolo e un termine di paragone per i suoi studi sulla razionalizzazione e standardizzazione dell’abitazione.
Gli alloggi tipo composti dalla successione di un bagno, una camera e una cucina abitabile, tutti con affaccio esterno, e disimpegnati da una piccolissima anticamera prospiciente il ballatoio circolare che dà sul cave-dio, non sono altro infatti chela sommatoria di due piccole stanze d’albergo: esse appaiono disposte attorno a un corridoio anulare in progressiva salita, per potere, come è annotato in un disegno, garantire a tutte le camere di prendere luce, abolire «gli interminabili corridoi bui» e permettere a chiunque di essere «vicino al lift».

Graziella Tonon

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 155-156.

Bibliografia

G. T. [Tonon], Studi per un quartiere Ifacpm in viale Argonne a Milano, 1928 ca., in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 155-156.

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