Architettura, Urbanistica e Design (1924-1973)

op. 49 – Arredamento di casa Minerbi a Milano, 1930

opera 49

Arredamento di casa Minerbi a Milano, 1930

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Alla 2ª Esposizione di architettura razionale promossa dal Miar e organizzata da Bottoni e Libera alla Galleria d’arte di Roma nella primavera del 1931, oltre alla Villa Latina, al macello di Palermo e a immagini della cucina nella Casa elettrica, sono esposte fotografie dell’arredamento per la casa dell’ingegner Minerbi; un’opera che vale all’autore un breve ma penetrante commento di Edoardo Persico, al cui apprezzamento se ne affiancheranno altri. In questo arredamento sia Persico (1931, p. 37) che M. Tibaldi Chiesa (maggio 1932, p. 35) ravvisano analogie con le composizioni musicali. Persico scorge poi nei mobili di Bottoni una capacità di intrattenere rapporti con lo spazio che è propria della scultura, mentre la Tibaldi Chiesa coglie come la coerenza compositiva si estenda dal singolo mobile all’ambiente, nel quale i colori e le luci, non meno delle linee, danno corpo a «una idea centrale»: «Una camera di soggiorno ondeggia dolcemente fra tonalità delicate di beige, mandarino, grigio, pervinca. Una sala da pranzo in legno tinteggiato di verde scurissimo rivela un predominio della linea curva, gradevole all’occhio e riposante allo spirito. Una camera da letto appare come una piccola sinfonia in grigio rosa, soffusa di grazia tenue e gentile». Nell’amalgama dei materiali, delle luci e dei colori, le linee e le disposizioni degli oggetti articolano lo spazio con tensioni, stacchi, sospensioni. Nello studio-soggiorno lo spazio più propriamente conviviale è interpretato come una interiorità ulteriore definita dalla presenza fulcro del tavolino-lampada che attrae nella sua orbita, quasi avvitandola, la parte centrale della stanza: la scrivania e l’armadio-libreria si tengono discretamente in disparte pur partecipando all’insieme, la prima con la trasparenza della scaffalatura ospitata sul lato anteriore, la seconda con la compostezza della figura simmetrica che le sue due parti compongono. Nella sala da pranzo il reimpiego del tavolo e delle sedie già progettate per casa Dello Strologo è solo un dato di partenza, come lo è la forma della stanza lunga e stretta. A strutturare la seconda parte di questa interviene una credenza, le cui forme cilindriche – che richiamano la coeva Villa Latina – intrattengono un rapporto di affinità con quelle del lampadario. Ciò dà autonomia allo spazio interessato da questa intesa, ma conquista nel contempo una continuità di toni, di forme e di ritmi con il tavolo e le sedie. Marilena Rossati, commentando la 2a Esposizione del Miar, scorgeva negli “appartamenti semplicissimi e simpaticissimi del Bottoni di Milano […] una luminosità e una freschezza gioiosa che incanta”. A questo risultato egli sembra tendere in primo luogo nell’arredare le camere da letto, dove gioca sulle tonalità chiare e delicate dei legni e dei tessuti. Nel caso dell’appartamento Minerbi, Bottoni si diverte ad animare l’intorno del letto: reinventa il canterale, puntando sul contrasto fra il legno di acero frisé, le larghe maniglie cromate e il piano in rabano bianco; affianca al letto comodini asimmetrici ma speculari; introduce un tavolino dalla piattaforma a sbalzo; fa emergere infine da un angolo un’enorme poltrona che sotto le ampie fasce dei braccioli di acero curvato ospita ampie scaffalature per libri. Già questo piccolo campionario dimostra come l’interazione con l’intorno offra al progettista la libertà di muoversi tra modelli compositivi che appartengono a epoche e stili distinti: il ventaglio va dalla reinvenzione di forme classiche alle scomposizioni e ricomposizioni delle forme fondate sull’asimmetria proprie di diverse esperienze d’avanguardia(neoplasticismo, costruttivismo, espressionismo).Un cenno a parte merita la camera dell’ospite, la cui immagine farà il giro delle riviste che si occupano dell’arredo delle stanze d’albergo. In questo caso, come già nella camera della domestica della Casa elettrica, Bottoni arriva a risultati geniali nel rendere funzionali e gradevoli i piccoli ambienti. Più che l’existenzminimum, è la sfida dello spazio ristretto a stimolare le sue originali soluzioni. Ne è un saggio l’armadio-cassettone di questa cameretta che annuncia la sua personalità briosa sia nell’accostamento dei colori (l’arancione e il grigio-piombo del legno laccato; il bianco delle maniglie in galatite) sia nel combinarsi della sporgenza cadenzata dei cassetti con i vuoti e pieni entro la più ampia cornice. Questa inquadra l’armadio in modo da ospitare uno specchio nascosto nella sua spalla opaca e in modo da trovare spazio per una pianta grassa, che prende luce dal tratto trasparente dell’altra spalla in vetro.

Giancarlo Consonni

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Hrag Vartanian, When Modernism Ruled Europe, october 14, 2010, in www.hyperallergic.com

Bibliografia a cura di Giancarlo Consonni

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