op. 23 – Arredamento di casa Dello Strologo (I, in via Montenapoleone) a Milano, 1929

opera 23

Arredamento di casa Dello Strologo (I, in via Montenapoleone) a Milano, 1929

Scheda storico-critica

Uno dei primi clienti di Bottoni è l’avvocato Pietro Dello Strologo, suo amico, che gli commissiona l’arredamento della sala da pranzo e della sala da musica e fumoir del suo appartamento da scapolo, situato con lo studio in via Montenapoleone a Milano. Senza intervenire sulle strutture murarie, Bottoni si affida in primo luogo alla conquista di originali tonalità mediante la luce e il colore. Nella saletta da pranzo una nicchia incorniciata da lunghe strisce luminose incassate fa da coronamento a una credenza bassa, spostando il baricentro della stanza e creando l’angolo migliore per disporre il tavolo rotondo e le quattro sedie. I mobili sono in legno di pero lucidato verde oliva, su cui risaltano sia il piano del tavolo e i ripiani della credenza lucidati in nero sia le parti in metallo cromato (le strisce e il piede del tavolo e le maniglie della credenza raccolte al centro a comporre un quadrato). Attorno al tavolo, che reinterpreta con lievità una forma classica, le sedie, con una vaga goffaggine alla Pierrot data dalle larghe fasce di legno, stabiliscono una divertita intesa, mentre le forme composte della credenza, alleggerite dalle spalle in cristallo, sono pronte a sorprendere, rivelando gli estrosi cassetti ruotanti e il ripiano estraibile. Nel salotto per musica la luce, irradiata da una lampada nell’angolo alto della stanza, attrae le poltrone e il divano attorno a un tavolino a ripiani per il tè e per il fumo. Le nitide linee cubiche di questo mobile fanno da contrasto con le forme «a fiore» delle alte poltrone che, col divano, mimano un paesaggio naturale anche mediante l’invadenza del velluto frustato (o «selvaggio») in tinte beige e oro. I contrasti si risolvono in unità anche grazie ai colori delle pareti dove si alternano il giallo oro e il grigio talpa. Il secondo arredamento realizzato per P. Dello Strologo è riferito all’appartamento di via Borgonuovo che l’amico abiterà da sposato dal l932 al l935. Tra i diversi ambienti si distingue la camera da letto, la cui spazialità è giocata sul contrasto tra il pesante letto e la lunga teoria di cassettoni e armadietti che occupa due pareti come fosse un unico mobile dai toni intensi dati dal legno di pero lucidato rosso e nero. Il lungo mobile si conclude in un vano a forma di grande arco nel quale la psiche è inquadrata come una finta porta. A questa infondono un’aura di sogno le luci laterali e ancor più il tavolino tondo posto a fianco del letto che, come in diversi altri arredamenti di Bottoni, funziona da lampada soffusa. Il tavolino ha infatti un piano superiore in opalina, illuminato da una lampadina collocata in un cono metallico appoggiato su un ripiano sottostante. A sua volta il luogo della psiche può trasformarsi, in determinate ore del giorno, in toeletta o in scrittoio per la signora, grazie ai due mobili laterali che offrono all’occorrenza due cassetti attrezzati. Anche nella sala da pranzo Bottoni punta ad amalgamare luci e colori, sposando le trasparenze del legno di pero lucidato in azzurro antico con il nocciola delle sedie, e continuando l’intesa con le delicate sfumature del piano di marmo botticino del tavolo e le opalescenze delle onde smerigliate sulle lamine di vetro della grande lampada. Ma, poco più in là, è subito pronto a cercare accordi per contrasto nell’elegante mobile per argenteria dell’office, dove lo zoccolo nero in linoleum si contrappone all’azzurro-grigio dell’abete laccato, o negli armadi del guardaroba, dove il rosso del ciliegio lucidato si stacca nettamente sul basamento rivestito in metallo bianco. Tra i mobili che si aggiungono o sostituiscono i precedenti del l935, quando la famiglia Dello Strologo si trasferisce in piazza Duse, si può citare il grande tavolo «a fagiolo» lungo poco meno di tre metri, troneggiante in una grande sala trapezoidale con cui stabilisce un accordo ammiccante: quattro supporti a V si librano leggeri dal pesante zoccolo per reggere un piano dalla forma accogliente: un tavolo da «ultima cena», ma che ammette anche una posizione leggermente defilata dei convenuti seduti nella parte più raccolta.

Giancarlo Consonni

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano l990, pp. l76-l78.

Bibliografia

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R. G. M. [Giolli Menni], Il tavolo in «Eva», a. I., n. 36, 16 dicembre 1933, p.10.

Mobili moderni, in «Moda», a. VI, n. 11, novembre 1934, pp. 50-51.

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Rosa [Id.], La casa delle lettrici di «Eva»: il bar, ivi, a. V, n. 36, 28 agosto 1937, p. 9.

A. Disertori, A. M. Necchi Disertori, Cinquant’anni di mobili in Italia (1885-1935), Hoepli, Milano 1988, p. 134.

Particolari di arredamenti, in «Domus», a. VIII, n. 87, marzo, 1935, pp. 28-29.

Camera da letto dell’avvocato D. S. a Milano, in «Rassegna di Architettura», a. VII, n. 4, aprile 1935, p. 146.

G. C. [Consonni], Arredamenti per casa Dello Strologo a Milano, 1929, 1932, 1935, in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp.176-177.

Bibliografia a cura di Giancarlo Consonni

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