In una lettera a Rava del 1929 (copia in APB, Corrispondenza) Bottoni scrive: «[…] quelle forme di architettura che oggi sento e attraverso le quali mi esprimo […] sono le forme del Razionalismo […]. Ad esse sono giunto come tutti i giovani architetti razionalisti, ineluttabilmente, attraverso l’esame e l’esperienza di una tradizione […]». L’allestimento progettato per il banco della rivista «Il Convegno» alla Fiera del libro di Milano ha, rispetto a queste dichiarazioni, il valore di un esercizio dimostrativo. Sia l’uso dei cilindri nella loro nudità geometrica sia l’introduzione delle lettere dell’alfabeto in chiave architettonica collocano questa piccola opera dentro il filone razionalista. Non è un caso che Joseph Gantner, allora caporedattore della «Das Neue Frankfurt», in una lettera del 2.9.1929 (in APB, Corrispondenza) scriva a Bottoni di aver trovato «il banco di vendita alla Fiera del libro eccellente […]». È però altrettanto evidente che gli otto elementi a corona del banco non sono altro che una variante sia pure modernissima di due elementi antichissimi: la colonna e il capitello. A questo risultato Bottoni non giunge improvvisamente né casualmente. Il banco alla Fiera del libro può considerarsi piuttosto la logica conclusione di un unico ragionamento che Bottoni inizia con il progetto per un ingresso monumentale alla Fiera di Milano e prosegue, lungo un itinerario progressivo di reinvenzione-semplificazione delle forme del passato, con il progetto di fontana per piazza della Scala: in entrambi i casi infatti, a fare da protagonista per «l’esame e l’esperienza» della tradizione è il tema della colonna con il suo capitello.

Graziella Tonon

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, p. 158.

G. T. [Tonon], Banco per la rivista «Il Convegno» alla Fiera del libro di Milano, 1929, in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, p. 158.