op. 2 – Progetto di ingresso monumentale della Fiera di Milano, concorso, 1926

opera 2

Progetto di ingresso monumentale della Fiera di Milano, concorso, 1926

Scheda storico-critica

Quando nell’ottobre 1926 viene bandito il concorso per l’ingresso monumentale alla Fiera di Milano, Bottoni ha appena terminato gli studi. Nel febbraio si era diplomato professore di disegno architettonico presso la R. Accademia di Belle Arti e nell’agosto si era laureato in architettura civile alla R. Scuola di Ingegneria di Milano. Pur avendo ormai maturato il rifiuto dell’eclettismo, non ha ancora scelto lo “stile razionale” anche se ha già fatto suoi molti dei postulati nuovi dei movimenti d’arte d’avanguardia. Il progetto risente di tutto ciò. L’impianto distributivo generale, il motivo barocco dell’esedra centrale, la presenza degli obelischi — il tutto giocato su una simmetria fortemente accentuata — mostrano quanto pesi ancora l’esperienza della tradizione fatta negli anni universitari nelle tante esercitazioni sugli stili dell’architettura. La tessitura semplificata degli alzati testimonia però che la tensione da cui è mosso il giovane architetto è volta a interpretare in chiave moderna la tradizione classica e il tema monumentale sull’onda del migliore Novecento. A dare invece il tocco finale al progetto, e a proiettarlo nella direzione di quel vitalismo gioioso e dinamico che i movimenti d’avanguardia ritenevano dovesse alimentare e contrassegnare la sensibilità estetica moderna, interviene l’uso accorto del colore.
Attraverso il gioco delle tonalità digradanti dal basso verso l’alto, che annunciano i Cromatismi architettonici presentati a Monza l’anno dopo, la mole incombente e inquietante degli obelischi viene alleggerita, quasi contraddetta, e l’insieme monumentale perde l’enfasi retorica a cui il linguaggio delle pure forme e il chiaroscuro di certi disegni sembrerebbe condannano.
Così pitturata, la magniloquenza del tema pare ridere di se stessa e il progetto può trovare la sua immagine appropriata, e pertanto razionale, nell’evocare l’ingresso a un luna-park. Forse consapevole di ciò, Bottoni propone a Adalberto Libera di esporre l’ingresso monumentale insieme ai Cromatismi, a Roma, alla prima Esposizione italiana di architettura razionale. Ma Libera gli risponde in questo modo, il 6.3.1928: “[…] resta inteso che attendiamo e desideriamo tutti i suoi studi di Cromatismo. Non rientra invece nel quadro della ns. iniziativa il progetto per l’Ingresso Monumentale” (in APB, Corrispondenza).

Graziella Tonon
In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 147-148.

Bibliografia

G. T. [Tonon], Progetto di ingresso monumentale della Fiera di Milano, Concorso, 1926, in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 147-148.

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