op. 6 – Progetto delle facciate di un fabbricato per vasca da nuoto da costruirsi in vicinanza dell’Arena di Milano, concorso, 1927

opera 6

Progetto delle facciate di un fabbricato per vasca da nuoto da costruirsi in vicinanza dell’Arena di Milano, concorso, 1927

Scheda storico-critica

Ai primi di giugno del 1927 il Comune di Milano bandisce un concorso nazionale per il progetto delle facciate di un fabbricato per vasca da nuoto da costruirsi in vicinanza dell’Arena. Il bando fissava la pianta e la sezione del nuovo edificio e richiedeva ai partecipanti di tenere in considerazione la specificità architettonica del luogo prescelto. «Avendo presente la necessità di contemperare con particolare cura le esigenze artistiche della nuova costruzione con le linee architettoniche dell’Arena» (P. Bottoni, Relazione in APB, Documenti), Bottoni propone, come dice il motto stesso, una Variazione su un tema neoclassico. Neoclassico, come quello della vicina Arena, è infatti il linguaggio delle lunette, il taglio delle finestre, le partiture orizzontali, la semplicità complessiva delle linee. Non era tuttavia una scelta scontata visto che a vincere il primo premio sarà un progetto eclettico, quello dell’architetto Eugenio Marelli. Assumere come tema il neoclassico significava, nel linguaggio musicale adottato da Bottoni, riconoscere che quello era il fondamento dell’identità del luogo senza il quale la sua «estetica d’assieme» si sarebbe snaturata. Per questo un architetto moderno doveva rifiutare l’uso indiscriminato degli stili, i pasticci eclettici, ma poteva praticare il dialogo con le forme del passato e produrre delle variazioni se erano inserite nelle ragioni del contesto. In questo dialogo, la novità, che fa della composizione di Bottoni non una imitazione ma una variazione, sta nel gioco delle masse, nella loro tensione a esprimere la struttura del nuovo edificio e non solo una facciata, come invece il bando richiedeva e come l’architetto polemicamente farà rilevare a conclusione del concorso. Anziché limitarsi a studiare «la semplice decorazione di una struttura murale» secondo «l’interpretazione spassosissima» che, a detta di Bottoni, il bando dava dell’architettura, la sua Variazione si proponeva infatti «di raggiungere un gioco di masse che corrispondesse con piena sincerità alle caratteristiche costruttive della pianta data e che nello stesso tempo giustificasse i molteplici movimenti di questa. Seguendo questo criterio, pur mantenendo l’altezza interna costante (m 5,70 da pavimento a pavimento come dalla sezione allegata al Bando di Concorso), sono stati tenuti due tipi di attici: il primo (alto m 1,50) corrente sui muri perimetrali e arretrantesi solo in corrispondenza degli spogliatoi laterali per individuare e caratterizzare quei lunghi locali interni; il secondo (alto m 3,00 dal pavimento delle terrazze) sopraelevantesi sui muri interni che recingono locali coperti a lucernario(piscina, caffè, locale delle docce)».
Al colore, usato chiaramente nelle sue valenze volumetriche e costruttive, è affidato il compito di comporre in unità il linguaggio neoclassico delle facciate con l’interpretazione in chiave moderna dei volumi. «Siccome i notevoli movimenti della pianta male avrebbero comportato partiti architettonici pesanti», l’architetto affida alla luce il compito di valorizzare il gioco delle masse tramite «una ritmica alternanza di piani lisci in ceppo mezzano e in intonaco avorio-vecchio» (ivi) sottolineata dalla beola delle cornici terminali. L’intonaco avorio-vecchio ricopre sia i muri perimetrali oltre l’imposta degli archi sia gli attici, come a volerne alleggerire il peso. Il grigio del ceppo mezzano riveste invece i muri perimetrali nella parte inferiore e li unisce come una fascia in un movimento circolare. Da questo si staccano il rosa del granito di Baveno, che dà materia alle colonne dell’ingresso principale, ai gradini e alle vasche delle fontane, e l’avorio del travertino, che fa da supporto alle due allegorie del mare in «bronzo patinato verde» collocate sopra le fontane.

Graziella Tonon
In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 150-152

Regesto dei documenti scritti

Concorso per le facciate del fabbricato per vasca da nuoto da costruirsi in vicinanza dell’Arena, motto: “Variazione su un tema neoclassico” 724, relazione. Dattiloscritto, fascicolato, copertina con intestazione manoscritta su talloncini incollati, 4 cc/4 pp.

Bibliografia

G. T. [Tonon], Progetto delle facciate di un fabbricato per vasca da nuoto da costruirsi in vicinanza dell’Arena di Milano, concorso, 1927, in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 150-152.

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