Villa Morganti e villa Marchi, di cui sono rimasti solo alcuni studi, sono quasi sicuramente i primi lavori professionali di Bottoni. Anche se i disegni non portano alcuna data, diversi indizi concorrono ad avallare questa ipotesi. Le tecniche di rappresentazione, i tratti dell’ombreggiatura e la stessa sagoma dell’albero raffigurato in due disegni di villa Morganti rimandano al linguaggio di certi disegni figurativi del periodo universitario. Entrambe le ville ricordano poi, in diversi particolari, il progetto per un ingresso monumentale alla Fiera di Milano, presentato nel 1926 al concorso omonimo, il primo a cui Bottoni partecipa appena laureato. Dominante è infatti il gioco prerazionalista delle simmetrie, comuni il taglio delle aperture, gli apparati decorativi e, nel caso particolare di villa Morganti, persino la squadrettatura delle finestre. Pur nel rifiuto evidente dell’eclettismo, in tutti questi progetti la ricerca di modernità si presenta sotto forma di rivisitazione semplificata del linguaggio del passato e in particolare si esprime nella riscoperta della semplicità propria del classicismo. Come risulta dagli schizzi di prospetto e dagli studi di finestra eseguiti per villa Morganti, il ricordo degli elementi della tradizione, studiati nelle esercitazioni scolastiche “in stile” e accumulati in quegli anni da Bottoni nei suoi taccuini di architettura, sembra essere qui molto condizionante; ancora talmente vivo da impedire allo spirito “razionale” di uscire dal segno del ‘900.

Graziella Tonon
In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, p. 148.

G. T. [Tonon], Studi per villa Morganti e villa Marchi 1926 ca., in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, p. 148.