Architettura, Urbanistica e Design (1924-1973)

op. 83 – Quattro case per vacanza e relativi arredamenti, V Triennale di Milano (Parco Sempione), 1932-33, con Eugenio Faludi e Enrico A. Griffini (demolite a conclusione della manifestazione)

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Quattro case per vacanza e relativi arredamenti, V Triennale di Milano (Parco Sempione), 1932-33, con Eugenio Faludi e Enrico A. Griffini (demolite a conclusione della manifestazione)

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«Questa del villino signorile, diminutivo ch’è tutto lo specchio d’una mentalità, è ben una epidemia da guarire». Muovendo da questo assunto, Gio Ponti (1933, p. 291), nel presentare su «Domus» la colonia di cinque case per vacanza (una progettata dal solo Faludi, le altre da Bottoni, Faludi e Griffini), le indicava come una sorta di vaccino contro la «genia di sconcezze, tutte arcucci, colonnine e bifore» dilagante nelle «ridicole villette» simili a «castellucci». Uno dei protagonisti del neoclassico ‘900 si inchinava così alle intenzioni del razionalismo, riconoscendo in queste cinque case realizzate per la Triennale un’ansia di verità capace di far aderire l’architettura al nuovo stile di vita e quindi di sgombrare il campo dalle paccottiglie e dalle mascherate delle generazioni precedenti. La ricerca di una economia costruttiva si traduce in queste case in forme essenziali; la riduzione al minimo degli spazi di disimpegno, l’adozione di tecniche costruttive orientate verso la prefabbricazione e l’uso di materiali nuovi divengono infatti caratteristiche consustanziali all’architettura tanto che la loro comparsa nel Parco Sempione, nonostante l’ambientazione impropria, ha la dirompenza della naturalezza: «sono quel che sono» osserva acutamente ancora Gio Ponti. L’indicazione di una precisa destinazione ambientale – mezza montagna, montagna, mare, campagna, più la casa di Faludi «al lago» – riveste anch’essa una notevole importanza: l’adattamento delle diverse architetture a specifiche condizioni di clima, di soleggiamento, di luce e di paesaggio – condizioni sia pure solo supposte – mette in evidenza tutto lo spessore della ricerca funzionale che sorregge la nuova architettura. Si può allora comprendere l’attenzione prestata da alcuni osservatori a questa realizzazione. «Queste casette per week-end, presentate in grandezze assai diverse, ma fornite di ambienti straordinariamente grandi nonostante il prezzo assai ridotto, e costruite in parte secondo nuovi criteri tecnici, rappresentano la parte meglio riuscita di tutta l’esposizione»: se questo è il giudizio autorevole di Siegfried Giedon (1933), non meno significativo è quanto Cornelius Van Esteren scrive a Bottoni il 27 dicembre dello stesso anno: «merci beaucoup pour l’envoie de la publication Casa di Vacanza. Vous avez fait des belles réalizations dans l’esprit de notre congrès; l’architecture functionnelle avance bien en Italie […]» (cartolina postale in APB, Corrispondenza, ora anche infra). In questo gruppo di case, in modo ancor più evidente che in altre esperienze dimostrative, il termine «funzionale» indica una ricerca sperimentale a tutto campo che affronta alla radice anche il tema dei materiali e della tecnica delle costruzioni. Ciò è dovuto all’intenzione di esplorare la standardizzazione fin negli elementi costruttivi in vista di una produzione industrializzata in tutto o in parte; e non è da trascurare a questo proposito il rapporto istituito con la Carpenteria Bonfiglio, l’azienda per la quale l’anno precedente Faludi e Griffini avevano studiato dei tipi di case prefabbricate esposte alla Fiera di Milano e che è anche in questa occasione il principale referente fra le molte ditte che cooperano alla realizzazione. La concezione costruttiva della casa di mezza montagna, del resto, ricorda molto da vicino le case viste alla Fiera: interamente smontabile e trasportabile, ha un’ossatura in legno, così come il rivestimento esterno in assito; a questo modello costruttivo si avvicina anche la casa in campagna, semismontabile, con ossatura in legno e rivestimento esterno in eraclit e klinker. Non smontabile è invece la casa di montagna, costruita in muratura e legno e rivestita con intonaco Terranova. Ma è la casa al mare a presentare le maggiori novità nelle tecnologie costruttive: qui il solaio Sap del piano rialzato è sorretto da tubi Mannesmann di 12 cm di diametro collegati a putrelle in ferro, mentre i muri sono realizzati in blocchi di magnesilite di 10 cm di spessore intonacati all’esterno. Se prestiamo fede a una nota spese presentata da Faludi (in APB, Corrispondenza), a lui sarebbe spettato di seguire più da vicino la casa di campagna e le due per la montagna. Si potrebbe dedurre che Bottoni e Griffini, che nello stesso periodo lavoravano al Gruppo di elementi di case popolari, abbiano incentrato la loro attenzione proprio sulla casa al mare (lo confermerebbe anche il fatto che Sartoris ancora nel 1941, e quindi senza smentite rispetto alla prima edizione del 1935, nel suo Elementi dell’architettura razionale attribuisca questa specifica casa ai due architetti). Questa precisazione si rende necessaria anche per tentare di spiegare il distinguersi di questa casa dalle altre tre sul terreno più propriamente architettonico: se le altre ricordano nelle tecniche e nelle forme le casette presentate alla Fiera di Milano nel 1932 e, per fare un altro esempio, la palazzina del Tennis club di Novara, anch’essa realizzata dalla Bonfiglio su disegno di Faludi e Griffini, la casa al mare ha piuttosto alcune affinità linguistiche con l’involucro espositivo del Gruppo di elementi di case popolari progettato appunto da Bottoni e Griffini per la stessa edizione della Triennale. Analogo è il gusto delle superfici intonacate e il modo di combinarle con le finestre (che hanno oltretutto gli stessi tendaggi a righe) e di farle continuare nelle fasce dei balconi. Ma in questa casa per vacanza la ricerca della leggerezza è ancora più solare, a evocare nel Parco Sempione il paesaggio di una marina: il salire della scala sulla piattaforma sorretta dai sottili tubi Mannesmann è come fissato nella lievità conquistata dall’architettura nel suo rapportarsi all’aria e alla luce. Basterebbe il confronto con il progetto di villetta prefabbricata, a piano rialzato, studiata anch’essa in occasione della V Triennale da Bottoni, Faludi e Griffini e non realizzata, per rendersi conto del passo in avanti compiuto con quest’opera. Non meno significativo è l’arredamento di tutte e quattro le case per vacanza, dove si avverte il segno ormai inconfondibile dell’esperienza accumulata da Bottoni. (Si può ricordare a questo proposito che i disegni ci sono pervenuti con l’indicazione del solo nome di Bottoni per gli arredi della casa di montagna e di quella di campagna, con il nome di Bottoni e Faludi perla casa di mezza montagna e, per quella al mare, mentre sui disegni di progetti edilizi figurano tutti e tre i nomi). Negli arredi si ritrovano del resto molti degli elementi messi a punto da Bottoni negli anni precedenti, sia pure adattati ai caratteri e alle misure dei singoli locali: il tavolo tondo, le poltroncine, il divano combinato con la libreria bassa, il mobile buffet con il passa-vivande, i comodini ecc.; così come si ritrova l’uso dei materiali e dei colori: le camere da letto in ontano chiaro e i salotti per lo più in noce (chiaro lucidato gessato a spirito per la casa di campagna; scuro per la casa di montagna). Più che mai lindore e semplicità sono protagonisti di questi interni, dove ai mobili in legno ben si accompagnano i pochi mobili di serie, come il tavolino tondo in tubo progettato e prodotto dalla ditta Cova. Bottoni stesso non manca di prodursi per l’occasione nella progettazione di mobili in ferro (in particolare i letti sovrapponibili, esposti contemporaneamente anche nel Gruppo di case popolari, e per i quali pervengono alla casa produttrice diverse richieste di acquisto da enti e da privati). Stando ad alcune affermazioni di Griffini e Bottoni, un certo successo commerciale non è mancato nemmeno sul fronte dell’edilizia industriale: «ne piovvero le ordinazioni» sostiene Griffini su «Edilizia Moderna» nel 1939 (p. 10); mentre Bottoni, scrivendo il 17 ottobre1933 a una persona interessata alla costruzione di case per vacanze (certo dott. Gori), afferma: «Di casette di questo tipo, di cui alcune secondo gli schemi esposti alla Triennale, ne sono state costruite in Italia circa una decina e altre sono ancora in costruzione. A Roccaraso un gruppo finanziario ne sta facendo costruire una coll’intenzione di farne poi una colonia di molte» (copia in APB, Corrispondenza). Va ricordato che la Carpenteria Bonfiglio indicava tempi di messa in opera delle parti edilizie alquanto ridotti: dagli otto giorni per la casa di mezza montagna ai venti per quella al mare; anche il prezzo era eccezionalmente basso e andava dalle 18.000 lire della casa in campagna alle 35.000 per quella al mare. «Senonché – precisa lo stesso Griffini nell’articolo citato – i concetti della fabbricazione in serie non erano ancora abbastanza familiari nel nostro paese, e le modificazioni che venivano costantemente richieste dei singoli tipi sviarono l’iniziativa dagli obiettivi voluti». Ancora una volta la ricerca del tipico e della produzione di serie andava oltre lo stesso tempo storico che pure vedeva il trionfo del mito della standardizzazione; ma i tempi per la produzione industriale delle «case per vacanza», nel bene e nel male non erano e non sono ancora venuti.

Giancarlo Consonni

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Lettera di Griffini, Faludi e Bottoni indirizzata al presidente della V Triennale con la proposta di istituire una lotteria premio per i visitatori della mostra, bozza. Manoscritto 1 c./1 p.

Schema per una lotteria premio da istituirsi fra i visitatori della Triennale, allegato al documento descritto al punto 6. Manoscritto, 1 c./1 p.

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La casa di vacanza […], caratteristiche […], descrizione […], condizioni di vendita. Dattiloscritto, timbrato, 2 cc./2 pp.

Villa n. 1 […], villa n. 2 […], villa n. 3 […], villa n. 4 […], villa n. 5, nota descrittiva. Dattiloscritto con correzioni e integrazioni manoscritte, 5 cc./5 pp.

“Colonia di case di vacanza” alla V Triennale, nota descrittiva. Dattiloscritto con correzioni e annotazione manoscritta, 3 cc./3 pp.

Villetta n. 3 in magnesilite, descrizione. Dattiloscritto, 2 cc./2 pp.

Villetta n. 4 in muratura, descrizione. Dattiloscritto, 2 cc./2 pp.

Villa n. 3 […], villa n. 4 […], villa n. 5 […], nota descrittiva. Dattiloscritto, 1 c./1 p.

Villetta n. 1 in legno e rivestimento in celotex, elenco e quantità materiali occorrenti dal disegno n. 63. Dattiloscritto,3 cc./3 pp.

Architetti Griffini – Faludi – Bottoni. Preventivo di spese per la costruzione di una villetta in magnesilite per s. e. duca Marcello Visconti di Modrone, podestà di Milano. Dattiloscritto, 4 cc./4 pp.

Elenco ditte interpellate per le forniture alla Triennale. Dattiloscritto con annotazioni manoscritte, 1 c./1 p.

Scheda di partecipazione della ditta Peri Giov., Brescia-Milano e ditta Serravalli, Milano alla V Triennale. Dattiloscritto ciclostilato con integrazioni dattiloscritte, timbrato, firmato, 2 cc./2 pp.

Costruzioni speciali, elenco fornitori e forniture. Dattiloscritto, 3 cc./3 pp.

Comunicazione ai visitatori della V Triennale di Milano che hanno richiesto informazioni sulla Colonia di cinque villette per vacanza. Stampato con integrazioni dattiloscritte, timbrato, 1 c./1 p.

Richieste mobili Triennale, elenco. Dattiloscritto con annotazioni manoscritte, 1 c./1 p.

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