Architettura, Urbanistica e Design (1924-1973)

op. 142 – Mostra dell’urbanistica alla VI Triennale di Milano, 1936, con Fausto Natoli e Mario Pucci, collaboratore ai montaggi fotografici Bruno Munari

opera 142

Mostra dell’urbanistica alla VI Triennale di Milano, 1936, con Fausto Natoli e Mario Pucci, collaboratore ai montaggi fotografici Bruno Munari

op142 copertina

In un documento elaborato da Bottoni sono chiaramente espressi gli obiettivi della «Sezione internazionale di urbanistica» del cui ordinamento e allestimento è incaricato, assieme a Natoli e Pucci, dal direttorio della VI Triennale: «1° scopo sarà la volgarizzazione per il pubblico di cosa è l’urbanistica e quali fini persegue. 2° scopo sarà un chiarimento per i tecnici e affini che non si siano mai occupati del ramo o che abbiano conoscenza erronea o superficiale sugli ordinamenti e i mezzi tecnici dell’urbanistica come Arte e come Scienza. 3° scopo far conoscere alle Autorità a) quali problemi di carattere sociale, e in senso lato politico, l’urbanistica può affrontare b) quali mezzi essa pone a disposizione delle Autorità, per risolverli c) di quali organismi o individui le Autorità possono valersi per il raggiungimento esauriente e felice del fine postosi (Programma per la mostra di urbanistica alla VI Triennale di Milano, dattiloscritto in APB, Documenti). Nello stesso documento, prima di entrare nel dettaglio della proposta, si afferma: «[…] la parte della Mostra dedicata alla volgarizzazione è da ritenersi essenziale». L’attenzione all’educazione popolare è coerente con un concetto di urbanistica «come Arte e come Scienza» volta «a fine sociale collettivo». Questo spiega perché più della metà dello spazio espositivo è organizzato in modo da coinvolgere su temi di rilevanza sociale il grande pubblico fino ad allora abituato a vedere nella Triennale una manifestazione d’evasione, dove poteva ammirare interni lussuosi e produzioni d’arte per i ceti abbienti. I tempi sono cambiati: il regime ha scelto l’avventura coloniale e il clima generale di un paese lanciato verso la guerra si fa comunque sentire anche nei padiglioni del Parco Sempione. Il tentativo di spiegare l’urbanistica alle masse non può, in ogni caso, non ricorrere a un minimo di spettacolarità. La prima sala si affida all’uso del diorama, in modo che «con un solo colpo d’occhio, siano a distanza individuabili i singoli temi [dell’urbanistica]» (ivi). Da una balaustra i visitatori possono osservare sei grandi fotomontaggi e leggere le spiegazioni relative su una sorta di leggio continuo ricavato nel parapetto. I pannelli, realizzati in collaborazione con Bruno Munari, illustrano i problemi che, secondo Bottoni, l’urbanistica «studia e risolve»: abitazione, produzione, rifornimento, svago e riposo, vita collettiva e trasporti. Il legame di questa impostazione con quella dei Ciam è più che evidente: Bottoni aderisce pienamente all’indirizzo che vede i fondamenti scientifici di questo nuovo sapere nella capacità di distinguere i problemi e di risolverli in una visione unitaria: «L’urbanistica – si legge in una velina conservata fra gli altri documenti della mostra – ha come fine, attraverso lo studio particolare di questi distinti fenomeni, di trarre una sintesi che li ordini e li regoli secondo un superiore interesse collettivo […]». Il percorso espositivo prevede quindi che il pubblico, sceso dalla balaustra, le passi davanti. Sul parapetto di questa, in corrispondenza di ciascuno dei pannelli del diorama, sei grandi occhi, nei quali uno specchio ha preso il posto della pupilla, riflettono parti dei fotomontaggi: stanno a simboleggiare lo sguardo dell’urbanista che osserva i problemi da risolvere, richiamati con un’immagine emblematica posta subito sotto (abitazioni malsane, industrie mal distribuite, traffico caotico ecc.). Nel secondo settore il pubblico viene posto a contatto con i metodi di analisi e le proposte dell’urbanistica razionalista, attraverso quella che potremmo definire una Carta d’Atene per il popolo. Una serie di pannelli trasparenti, fissati alla vetrata, illustrano le analisi preliminari relative ai campi di studio fondamentali, mentre altri pannelli posti di fronte indicano l’apporto dell’urbanistica tramite il confronto fra realizzazioni negative e positive e l’indicazione di «soluzioni ideali». I due settori che seguono (III e IV) sono invece quelli rivolti ai tecnici. Vengono indicati in dettaglio «i grafici richiesti come minimo necessario e sufficiente per la rappresentazione di un progetto di piano regolatore», secondo le indicazioni elaborate nel 1934 da una commissione del Sindacato degli ingegneri della provincia di Milano di cui Bottoni aveva fatto parte; nel contempo sono mostrati due piani regolatori -quello di Amsterdam e quello di Roma – presentati dai relativi uffici tecnici comunali. Dopo una presentazione delle opere sociali del regime, questa parte si conclude con una scelta di progetti urbanistici indicati a modello. Gli autori rispondono ai nomi di Leonardo, Garnier, Miljutin, Le Corbusier, Neutra, Hoffmann, e, per l’Italia, a quelli dei firmatari del piano di Aprilia (Fariello, Muratori, Quaroni e Tedeschi). Dopo un’esposizione dei progetti di piani regolatori vincitori di concorsi nazionali, la mostra termina con un «manifesto alle Autorità»: un appello che non punta più a conquistare il regime alla nuova architettura, ma che mette a nudo i problemi della città indicando aI potere le sue responsabilità. Ha scritto in proposito Gian Luigi Banfi: «Mentre i traffici si addensano minacciosamente nelle vie costruite per la velocità del cavallo e l’ingombro del pedone, mentre ogni albero scompare sotto le valanghe del cemento e della plutocrazia (in questi giorni a Milano il parco Melzi), mentre le case si alzano a soffocare sempre peggio i neri cortili, il “Chiediamo l’intervento delle autorità” ripetuto più volte in questa sala, è un S.O.S. terribilmente efficace» (Banfi, luglio 1936).

Giancarlo Consonni

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 241-242.

Guida alla VI Triennale, Milano 1936, pp. 38-40.

I prodotti tessili nazionali e la Mostra dell’urbanistica, in «La Sera», 1.6.1936.

Alla VI Triennale. Il volto della città moderna, in «Il Popolo d’Italia», 12.6.1936.

G. L. Banfi, Prima visita alla Triennale, in «L’Italia letteraria», a. XII, n. 21, 14 giugno 1936, p. 6.

G. R. Crippa, Possibile interpretazione della quarta triennale, in «Il Popolo di Brescia», 19.6.1936.

G. L. Banfi, Spirito nuovo alla VI Triennale, in «L’Italia letteraria», a. XII, n. 24, 5 luglio 1936, p. 6.

S. Ardy, Tre esposizioni urbanistiche, in «Il Popolo d’Italia» (Milano), 16.7.1936.

R. Papini, Le arti a Milano nel 1936-XIV, in «Emporium», a. XLII, n. 8, agosto 1936, pp. 65-86, ora in parte in Id., Cronache di architettura, 1914-1957. Antologia degli scritti […], a cura di R. de Simone, Edifir, Firenze, 1998, pp. 294-303, in part. p.295.

A. Podestà, Ultimo rapporto dalla VI Triennale, in «Il Secolo XIX», 2.10.1936.

P. Marconi, Urbanistica. Recenti aspetti dell’urbanistica italiana, in «Architettura», a. XVI, n. 11, novembre 1937, pp. 652-656.

P. Bottoni, Urbanistica, Quaderni della Triennale, Hoepli, Milano, 1938.

R. G. [Giolli], Documentario di una mostra, in «Casabella-Costruzioni», a. XI, n. 133, gennaio 1939, pp. 28-29.

1925-1940, in «Costruzioni-Casabella», a. XIV, nn. 159-160, marzo-aprile 1941, pp. 34-95.

G. C. [Consonni], Mostra dell’urbanistica alla VI Triennale di Milano, 1936 […], in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 241-242.

C. Melograni, Architettura italiana sotto il fascismo. L’orgoglio della modestia contro la retorica monumentale. 1926-1945, Bollati Boringhieri, Torino 2008, pp. 251-253.

Bibliografia a cura di Giancarlo Consonni

Elenco delle tavole presentate alla sez. III della Mostra, Milano 19 aprile 1936. Dattiloscritto con annotazioni manoscritte, 1 c./1 p.

Lettera di invito a presentare in mostra lavori di ricerca o pubblicazioni riguardanti l’urbanistica, bozza. Dattiloscritto,1 c./1 p.

Promemoria di Fausto Natoli per Piero Bottoni relativo al lavoro di organizzazione della mostra. Manoscritto su verso di carta intestata, firmato, 1 c./1 p.

Appunti relativi all’ordinamento della mostra, all’impaginazione dei pannelli e ai materiali esposti. Manoscritti e dattiloscritti con schizzi su carte di varia natura, 69 cc./71 pp.

Elenchi e appunti relativi alle didascalie da realizzare per la mostra. Manoscritti e dattiloscritti, 14 cc./14 pp.

Appunti relativi al programma della mostra e alla definizione dei suoi contenuti. Manoscritti e dattiloscritti, 19 cc./19pp.

Programma per la Mostra di urbanistica alla VI Triennale di Milano. Dattiloscritto con correzioni manoscritte, 6 cc./6pp.

Idem. Dattiloscritto con correzioni manoscritte, 5 cc./5 pp.

Idem. Dattiloscritto con correzioni manoscritte, 6 cc./6 pp.

Idem. Dattiloscritto con correzioni manoscritte, 7 cc./7 pp.

Appunti relativi a preventivi, ordini e contabilità in genere. Dattiloscritti e manoscritti, 13 cc./14 pp.

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