Architettura, Urbanistica e Design (1924-1973)

op. 115 – Progetto di ampliamento della villa Cicogna a Bergamo, 1935 (realizzazione incerta)

opera 115

Progetto di ampliamento della villa Cicogna a Bergamo, 1935 (realizzazione incerta)

op115 copertina

Sull’impianto tradizionale di una palazzina dell’Ottocento a due piani – un volto sobrio, quasi severo, unico vezzo una vetrata d’angolo ritmata da sottili colonnine di ferro che sorreggono un balcone – Bottoni ha l’incarico dai proprietari, i signori Cicogna, di realizzare un nuovo appartamento. Il problema da risolvere è come sopralzare l’edificio in modo che esso risulti ancora concepito unitariamente, senza lacerazioni, ma in modo da non essere costretto per questo a indossare abiti antiquati. La soluzione che con raffinata sensibilità compositiva viene adottata dall’architetto razionalista in questa piccola opera ha il valore di un preludio rispetto alle prove ben più impegnative nelle quali si cimenterà di lì a poco con la ristrutturazione e l’ampliamento di villa Muggia a Imola e poi, molto più tardi, con la sistemazione a Ferrara di casa Minerbi e del Palazzo Renata di Francia. In questo progetto bergamasco si manifesta infatti già chiaramente con quale atteggiamento Bottoni intervenga sul corpo vivo di un edificio: se è esclusa ogni sottomissione del moderno al linguaggio del passato, bandita è pure ogni arrogante prevaricazione. È il dialogo a dare al moderno la misura dei rapporti coll’antico. Ciò che lo governa è la stessa tensione dialettica propria della grande tradizione architettonica, che non teme di distruggere perché sa ogni volta dar vita a meravigliose metamorfosi. Così, nel caso di villa Cicogna, Bottoni non rinuncia alla ricerca di una immagine in cui fondere vecchio e nuovo. Ma i due linguaggi non vengono semplicemente sovrapposti col rischio di risultare muti, come arroccati nelle loro intime diversità. Appaiono piuttosto piegati, costretti ognuno a rinunciare all’originaria sintassi per poter essere declinati come frasi sensate di un unico discorso. Per questo al vecchio prospetto viene tolto il cornicione e il marcapiano, che avrebbe sbilanciato verso il basso il nuovo volume, mentre le vecchie finestre perdono archi e cornici che avrebbero impedito loro di porsi in continuità con quelle nuove, più disadorne, del sopralzo. Queste però a loro volta hanno saputo rinunciare all’orizzontalità, tipica dello stile razionale, per assumere il taglio tradizionalmente verticale che dà forma ai vuoti delle facciate preesistenti. Inoltre, a rafforzare in un vero e proprio esercizio di contrappunto i legami tra i due diversi linguaggi, il gioco delle trasparenze, dei pieni e dei vuoti, creato dalla veranda del pianterreno, viene ricreato all’ultimo piano sia con la nuova ariosa loggia del fronte principale sia con la balconata e la lunga parete di vetrocemento disposte rispettivamente sui due prospetti laterali. Il risultato è, all’esterno, un volume con una sua organica identità, che consente nel contempo all’appartamento dell’ultimo piano di avere una modernissima distribuzione, radicalmente diversa dagli appartamenti sottostanti. A differenza di questi ultimi, che appaiono rigidamente suddivisi e condizionati dalla struttura portante delle pareti, nel nuovo sopralzo è la pianta libera a governare: la zona del pranzo e del salotto, nettamente distinta dalla zona notte, si è fusa in un unico grande spazio passante, vero fulcro della casa, e si affaccia su tre lati verso il giardino dilatandosi nella veranda; in tal modo i muri esterni si sono ridotti a quinte trasparenti per far entrare il più possibile la luce e il verde degli alberi. Quanto al vano scala, ingabbiato in una parete continua ricurva, si è trasformato in elemento architettonico da cui prende ritmo l’ampio locale di soggiorno, mentre, proiettandosi all’esterno, sembra voglia dare slancio al volume per consolidarne la nuova identità verticale.

Graziella Tonon

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, p. 236.

G. T. [Tonon], Progetto di ampliamento della villa Cicogna a Bergamo, 1935, in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, p. 236.

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