Architettura, Urbanistica e Design (1924-1973)

op. 10 – Vasi in marmo, 1927-1929

opera 10

Vasi in marmo, 1927-1929

Scheda storico-critica

Cinque sono i vasi che Bottoni progetta in marmo, ma non tutti sono eseguiti nello stesso momento e non tutti sono stati chiamati sempre con questo nome. Il vaso più alto nasce nel 1927 come elemento decorativo nel progetto della fontana ideata per piazza della Scala, dove è accostato alle sculture femminili addossate alle colonne del corpo centrale. Per la sua forma, simile a un vaso cinerario romano, viene ripreso nel 1928 in un disegno d’interni della cappella funeraria Vitale a Ottobiano e realizzato, sia pure in piccolo, sempre nel 1928, per servire da portafiori nella cappella Secondi a Melegnano. Lo stesso modello avrebbe dovuto essere eseguito da una ditta di Udine in dimensioni molto più grandi e in rame sbalzato per la IV Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne dell’aprile-ottobre 1930 alla Villa Reale di Monza (cfr. le due lettere a P. Bottoni di C.A. Felice, del 28.6.1929 e 6.11.1929). Non se ne farà nulla e, anziché un unico grande vaso in rame, Bottoni finirà per esporre quello in marmo già realizzato per la cappella Secondi, più altri due modelli anch’essi in marmo tornito. Tutti vengono riprodotti per quella occasione dalla ditta Marzagalli di Lodi nelle varianti bardiglio e serpentino; portano inoltre inseriti nel centro, ed estraibili, invisibili «bussolotti di rame» per i fiori, come appare chiaramente dal disegno in scala 1:1, n. 1335, e come risulta da una lettera di S. Marzagalli a Bottoni del 1° luglio 1930 (in APB, Corrispondenza). Anche i vasi prodotti appositamente per la IV Triennale risalgono in realtà al 1927 e vengono pensati inizialmente come pure decorazioni. Quello più largo e basso non è infatti altro che la variante semplificata, cioè col bordo interno liscio non più a petali della fioriera concepita come elemento decorativo per i parapetti delle quattro vasche che compongono, con il corpo centrale a colonne, la fontana progettata per piazza della Scala. Quanto al vaso ottenuto scavando una sfera nella sua parte superiore, a interpretare in forme sempre meno figurative una antica coppa di fiori, esso può considerarsi lo sviluppo del piccolo schizzo che Bottoni ha lasciato, come una traccia, proprio vicino a un disegno della fioriera. I vari modelli – compreso l’ultimo non entrato in produzione, ma le cui forme riemergeranno ingigantite a distanza di anni nel monumento ossario ai partigiani di Bologna – vivono in ogni caso una contraddizione. Da un lato un materiale “aulico” non ancora autarchico. Dall’altro forme stilizzate, meccaniche, che vorrebbero segnare la distanza dal patrimonio di immagini della tradizione, senza tuttavia riuscirvi pienamente, sedimentate ancora come sono nell’immaginario di Bottoni che solo pochi anni prima, negli anni universitari, schizzava serie di vasi etruschi sui suoi taccuini di studio ed eseguiva una serie di minuziosi rilievi di un vaso romano. Il risultato non può che essere tipico di un certo gusto ‘900, più vicino al neoclassico che al razionalismo funzionalista. In una lettera del 2.9.1929 (in APB, Corrispondenza, ora anche infra) Joseph Gantner non mancherà di farlo notare a Bottoni (che gli aveva mandato il vaso ad anfora e quello a sfera fotografati con i fiori): «I due vasi in serpentino […] mi sembrano ancora troppo formalistici, voglio dire, monumentali per l’uso piuttosto grazioso al quale sono dedicati». Bottoni non era evidentemente della stessa opinione: alla mostra del Miar a Roma nel 1931, insieme ad altre riproduzioni di sue opere, espone una fotografia nella quale appare il cassettone realizzato per l’ing. Minerbi di Milano e collocato sul piano in bella vista proprio il vaso alto in serpentino.

Graziella Tonon

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 154-155.

Bibliografia

Architetto Piero Bottoni, in «Rassegna di Architettura», a. I, n. 7, luglio 1929, p. 266.

Vaso in serpentino, in «Domus», a. II, n. 12, dicembre 1929, p. 45.

M. Tibaldi Chiesa, La casa nuova, in «Moda» a. IV, n. 5, maggio 1932, pp. 35-36.

G. T. [Tonon], Vasi in marmo, 1927-29, in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 154-155.

Bibliografia a cura di Graziella Tonon

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