All’infuori di una planimetria e di alcuni schizzi non si sono reperiti altri documenti su questa opera. Lo stile dei disegni e la natura del lavoro consentono tuttavia di collocarla attorno al 1929. I gessetti colorati e il tratteggio a maglia larga sono caratteristici di molti schizzi della fine degli anni Venti. Inoltre si può presumere che il lavoro sia dello stesso tipo di quello che il giovane Bottoni riceve dall’ing. Gagliardi nel 1929, in un periodo nel quale scarse sono le offerte di lavoro: semplici studi di facciate in vista dell’ampliamento di un edificio. La pianta, dalla quale si deduce che l’edificio è una palazzina per uffici, chiaramente non è disegnata da Bottoni, che vi abbozza solo una piccolissima modifica. La successione degli schizzi di prospetto dice invece che Bottoni si è limitato a studiare l’involucro esterno, in particolare a trovare una soluzione che consentisse la costruzione di un sopralzo senza trasformare una palazzina per uffici del primo Novecento in una villa. La soluzione architettonica era infatti vincolata da un impianto distributivo tutto fuorché razionale. A soccorrere Bottoni sembra essere anche qui la ricerca di semplicità nella tessitura delle facciate e l’uso volumetrico del colore: più scuro nella parte bassa e più chiaro, come ad alleggerirlo, nel piano sopralzato.

Graziella Tonon

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, p. 163.

G. T. [Tonon], Studio di facciate per una palazzina a uffici, 1929 ca., in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, p. 163.