Architettura, Urbanistica e Design (1924-1973)

op. 149 – Casa in viale Regina Margherita a Parma, 1936-37, con Mario Pucci

opera 149

Casa in viale Regina Margherita a Parma, 1936-37, con Mario Pucci

op149 copertina

«[…] su questo viale della circonvallazione di Parma […] molti si fermano a guardare la nuova casa costruita dagli architetti Bottoni e Pucci, e anche a insolentire il nuovo cassone. Lì vicino, una villa con una torretta a bifore faceva sperare, ai nostalgici delle scenografie romantiche, un altro bel viale pittoresco, in capricci medievali: e questa nuova casa solida, bloccata sulle proprie linee responsabili, dà un urto» (Una casa con sei appartamenti, 1941, p. 18). Il paesaggio nel quale Bottoni e Pucci si trovano a dover intervenire è infatti quello tipico di una zona a villini del primo Novecento dai tratti graziosamente eclettici, rispetto al quale il franco e squadrato neoplasticismo della nuova architettura, esibito senza che gli alberi ancora troppo giovani possano velarne le nudità, fa lo stesso effetto di chi in un salotto borghese pratica la schiettezza rispetto all’ipocrisia delle «buone maniere». In difesa di questo atto trasgressivo, l’articolista di «Domus» si schiera contro quanti ritengono che «una casa si guardi prima di tutto dal di fuori» per sostenere che la palazzina di proprietà dei signori Guazzi è animata in primo luogo dall’attenzione ai modi d’uso: «Di una cosa si sono preoccupati gli architetti: di dare il migliore alloggio a quelle sei famiglie per le quali dovevano costruire la casa» (ibidem). Indubbiamente lo studio degli interni è qui molto accurato, anche perché procede parallelamente alla progettazione degli arredi. Gli appartamenti, due per ogni piano, sono distribuiti in modo da poter disporre di due ingressi separati, quello signorile dall’interno del vano scala e quello di servizio dalla terrazza su cui danno le cucine; essi inoltre hanno la zona-notte nettamente distinta dalla zona-giorno e i due tradizionali locali del salotto e della sala da pranzo uniti da una parete a soffietto a formare un più ampio e moderno soggiorno; quest’ultimo, poi, ha a ogni piano la possibilità di aprirsi all’esterno, direttamente sul giardino oppure sulle logge, mentre negli appartamenti d’angolo, all’incrocio fra le due strade verso cui si affaccia l’edificio, il locale può usufruire di un ampio e luminoso diaframma in vetrocemento. I due parallelepipedi incastrati a L che formano il corpo dell’edificio, con il particolare bovindo d’angolo del primo e secondo piano, sembrano quindi essere fatti su misura per permettere agli inquilini dei sei alloggi di abitare il più possibile in modo confortevole. Eppure anche in questo caso vale il criterio per cui il valore dell’architettura non sta solo nella capacità di aderire con sincerità al tema ma sta soprattutto nella sua capacità di dialogare con il contesto. La massa dell’edificio si dispone infatti nel lotto allineandosi ai comportamenti dei volumi circostanti, senza rompere la scansione dei pieni e dei vuoti che ritmano la strada. Non solo: la pianta a L consente di ritagliare nel retro del cortile lo spazio per uno stenditoio senza che ciò appaia visibilmente all’esterno. Quanto ai prospetti, nonostante le nude spigolosità e le asimmetrie e i colori contrastati del bovindo, il progetto dispiega una strategia di inserimento e non di rottura con l’intorno. Il progetto prevede infatti che le facciate siano ingentilite e in parte celate attraverso l’uso di elementi naturali. Come si può dedurre dal disegno in pianta del nuovo giardino che circonda la casa, i tre platani collocati sul retro sembrano voler restituire al fabbricato le ombre che gli spioventi, qui mancanti, proiettano sulle altre palazzine. Il filare di mimose disposto lungo il fronte maggiore appare invece pensato per mitigare l’eccessiva luminosità degli intonaci esterni, che in una prima versione risultano di un caldo nocciola mentre in quella definitiva sono bianco avorio con gli sfondati delle logge in color terra gialla. Infine, sul fronte più corto che dà sul viale alberato di circonvallazione, alle rose e in alternativa ai melograni rampicanti è assegnato il compito di spezzare l’ossessione dell’angolo retto e di riportare il volto della casa, irrigidito dall’imperativo razionale, al gusto per l’intarsio floreale che contraddistingue il paesaggio eclettico della zona.

Graziella Tonon

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 254-255.

A. Pica, Architettura moderna in Italia, Hoepli, Milano 1941, p. 46.

Una casa con sei appartamenti, in «Domus», a. XIV, n. 160, aprile 1941, pp. 18-21.

G. T. [Tonon], Casa in viale Regina Margherita a Parma, 1936-37 […], in G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 254-255.

Casa Guazzi, Parma. Serramenti esterni in legno abete […] serramenti interni […] serramenti in ferro […], elenco con dimensioni, 1 giugno 1936. Manoscritto con schizzo, 4 cc./4 pp.

Finestre esterne in legno casa Guazzi, Parma, elenco con dimensioni, Parma 23 giugno 1936. Manoscritto, 1 c./1 p.

Casa del sign. Anselmo Guazzi in viale Margherita (angolo via Puccini) Parma. Ordini n. 2323, 7 novembre 1936, appunti. Manoscritto con schizzi, 1 c./1 p.

Distinta prezzi muratore […] falegname […] impianti termosanitari e acqua […] impianto elettrico […] impianto gas[…]. Dattiloscritto su carta intestata, 1 c./1 p.

Porta Vittoria 1933, reparto porte in compensato, depliant pubblicitario. Stampato, 1 c.

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