op 157 Progetto dello stabilimento aeronautico Nardi a Novegro, Segrate (Mi), 1937, con Gian Luigi Giordani

opera 157

Progetto dello stabilimento aeronautico Nardi a Novegro, Segrate (Mi), 1937, con Gian Luigi Giordani

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Gian Luigi Giordani, con il quale assieme a M. Pucci nello stesso periodo Bottoni studia la sistemazione di piazza Duomo a Milano, aveva vinto nel 1935 il concorso per la progettazione dell’aerostazione di Milano Linate (poi eseguita sulla base del progetto da lui elaborato nel 1938); ed è probabile che a ciò si debba la decisione degli industriali Nardi di rivolgersi a lui, oltre che a Bottoni, per l’elaborazione di uno studio di massima della nuova fabbrica. L’area scelta per il complesso produttivo è a poche centinaia di metri da Linate, con accesso diretto sul viale M. Bianchi (ora Forlanini) che collega l’aeroporto con il centro di Milano. Su quest’area sorgeranno effettivamente nel 1938-39 gli stabilimenti della F.lli Nardi (nel frattempo trasformata in società per azioni), ma non porteranno la firma di Bottoni e Giordani: pur ricalcandone l’impianto planimetrico di massima, la soluzione definitiva sarà infatti affidata a un ingegnere. Lo schema messo a punto dai due progettisti è condizionato dalla forma stretta e profonda del lotto che si distende a settentrione del viale d’accesso. Nella parte sud dell’area sono previsti due corpi disposti parallelamente al viale: il primo, a un solo piano, ospita la portineria, lo spogliatoio e il controllo, ed è dislocato in modo da distinguere i vari ingressi e la relativa sorveglianza, lasciando spazio sul davanti al deposito delle biciclette per le maestranze; il secondo, a due piani, ospita gli uffici amministrativi, i laboratori e la direzione (in una versione della pianta compare anche il dopolavoro). Nella parte nord è situato il complesso dei capannoni, con al centro il corpo maggiore destinato alla produzione vera e propria, a ovest l’insieme dei depositi e a est l’aviorimessa. Tra la pianta generale del piano terreno e l’assonometria qui riprodotte si riscontrano evidenti differenze, che fanno ritenere la prima una versione intermedia poi superata. La funzione di deposito, a cui la planimetria assegna un edificio specifico, nella versione restituita dall’assonometria è assolta da una pensilina. In quest’ultima versione è inoltre previsto un lungo passaggio coperto, che collega sul lato ovest il corpo delle portinerie, quello degli uffici e il grande capannone centrale offrendo riparo dalle intemperie. Infine dalla rappresentazione assonometrica si intuisce il tentativo di dare un aspetto rappresentativo all’ingresso della palazzina che ospita la direzione. L’idea, ulteriormente sviluppata nelle due tavole prospettiche qui riprodotte, è basata su un atrio reso luminoso da due ampie vetrate le cui trame cercano prolungamenti e sintonie nelle linee essenziali dell’interno. In questo spazio la scala e la balaustra annunciano non solo il corridoio del piano superiore ma anche il suo connettersi con il grande capannone a shed e che proseguendo lo attraversa in tutta lunghezza. Da questo percorso sopraelevato con un unico colpo d’occhio si sarebbero potuti osservare, sul lato ovest, i vari reparti per le lavorazioni specializzate (aggiustaggio, saldatura, falegnameria, lavorazione lamiere, verniciatura, intelaiatura-tappezzeria) e sul lato est il comparto per le operazioni di assemblaggio. Alcuni studi a matita testimoniano infine l’intenzione dei progettisti di trovare una soluzione per l’aviorimessa mediante il ricorso a grandi coperture in cemento armato che ricordano quelle adottate nel progetto coevo per la nuova fiera di Milano.

Giancarlo Consonni

In G. Consonni, L. Meneghetti, G. Tonon (a cura di) Piero Bottoni. Opera completa, Fabbri, Milano 1990, pp. 264-265.

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